Nato a Roma il 5 marzo 1954. Conseguo la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università “La Sapienza” il 19/12/1983, specializzandomi prima in Ginecologia e dopo in Psichiatria. Terminato il mio percorso come medico del  Centro di Salute Mentale, per raggiunti limiti di età, oggi sono proiettato a continuare il mio compito nel sostenere le persone in difficoltà, cercando di infondere in loro maggiore sicurezza e consapevolezza affinchè possano trovare da soli gli strumenti e la forza necessaria per risolvere i propri problemi. Questa professionalità si chiama COUNSELOR. Cioè un professionista della relazione di aiuto.

Ogni giorno ci troviamo ad affrontare cambiamenti ed a volte crediamo di non farcela, pensiamo di non possedere le risorse per superare questi momenti difficili. Il counselor aiuta la persona a sviluppare le proprie risorse personali, a favorire processi di scelta e di cambiamento e a migliorare le proprie relazioni. Il campo di azione del counselor è dunque prima di tutto quello relazionale. Ascoltando i bisogni dei propri clienti/pazienti, li aiuta a riflettere sulla propria condizione e a capire quali sono le strade migliori per ottenere il cambiamento desiderato. Il counselor è colui che offre il suo tempo, la sua attenzione interessata e partecipativa, nonchè il suo rispetto a chi si trova in una condizione di difficoltà e di incertezza e che, attraversando un momento di difficoltà, sente la necessità di chiarificare alcuni aspetti di sé, anche in rapporto all'ambiente che lo circonda.

E' un esperto di comunicazione e relazione in grado di facilitare un percorso di maggiore consapevolezza nel cliente, affinchè trovi dentro di sé le risorse per aiutarsi. E' fondamentale favorire l'autostima, proprio perchè trasmette questo senso di fiducia nelle risorse del cliente. In ogni caso, il counselor non si sostituisce mai alla persona che aiuta e gli restituisce la responsabilità di prendere le proprie decisioni, pur comprendendolo empaticamente. I campi di intervento sono verso:

  • Anziani e/o malati di malattie croniche che risiedono in istituti organizzati e/o ospedali per aiutarli a superare le difficoltà legate alla età o alla malattia;
  • Giovani e insegnanti che frequentano le istituzioni scolastiche con problemi relazionali;
  • Famiglie in cui emergono problemi di coppia o problemi nel gestire il rapporto con i figli adolescenti e/o con problemi di separazione.

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Ultima modifica il 25/01/2023